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Russo:"Dovessi restare, saprei che Verdelli crede in me"

Ultimo Aggiornamento: 15/01/2011 18:37
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15/01/2011 18:37

Era arrivato al Monza nell'agosto 2009 portandosi dietro la sua esperienza, definita come preziosa per l'economia di gioco del club brianzolo e con l'intenzione di arrivare presto in doppia cifra in fatto di reti, ma la storia in biancorosso dell'attaccante Nello Russo non si è poi rivelata allo stesso livello delle aspettative iniziali. Un infortunio lo ha limitato fortemente e nella prima stagione ha collezionato solo 18 presenze (di cui 6 da subentrato in corso d'opera) e una sola rete all'attivo (contro il Lecco). Finito sul mercato, è rimasto alla società monzese, anche se ben presto accantonato dal progetto. "Rispolverato" in Coppa Italia (ha segnato il gol della bandiera contro il Pisa), è tornato titolare proprio domenica scorsa contro la Spal, offrendo una buona prestazione che ha convinto il tecnico Corrado Verdelli. Ma radiomercato lo continua a dare sulla lista dei partenti: per questo TuttoLegaPro.com lo ha contattato in esclusiva, per cercare di diradare le nubi sul suo futuro.

Nello, la tua esperienza in biancorosso non è stata sicuramente la fotografia ideale delle aspettative con cui sei partito.
"C'è da dire che all'inizio di questa stagione sono stato messo da parte per scelta della società, quindi sono rimasto ai margini per un discorso in cui non voglio entrare e che comunque rispetto. Verso ottobre mi sono di nuovo fatto male al ginocchio e sono rimasto fermo un mese e mezzo. Praticamente quella di domenica con la Spal è stata la mia prima partita da titolare e ne sono contento: sono rientrato bene e ho potuto esultare coi miei compagni".

In due stagioni hai cambiato ben quattro allenatori (Cevoli, De Petrillo, la coppia Monguzzi-Tammaro, Verdelli, ndr), di cui tre negli ultimi due mesi e mezzo.
"Purtroppo il calcio è questo: quando le cose vanno male, loro sono i primi a rimetterci. E' un peccato perché avevo legato molto con loro. Tutti bravi allenatori e brave persone".

Già nella scorsa sessione di mercato eri stato messo nella lista dei partenti. Ora lo sei nuovamente. Come vivi questa situazione?
"A inizio stagione sono stato messo sul mercato per un discorso di contratto. Io rispetto le loro decisioni, ma anche loro devono rispettare le mie. Se si trova un accordo, sono ben disposto a venire incontro alla società. Bisogna trovare una soluzione in comune".

Il fatto che sei stato "rispolverato" proprio adesso non ti dà l'impressione di essere messo in mostra per convincere un eventuale acquirente?
"Sicuramente. Questo fa parte del gioco. Ed è per questo che io faccio del mio meglio. Ci sta anche perché loro in questo momento hanno bisogno di me e anche io ho bisogno di loro per fare mercato purché si trovi la soluzione che a me va bene".

Comunque mister Verdelli si è detto soddisfatto della tua prestazione di domenica e ha anche dichiarato che spera tu possa rimanere.
"E io sono soddisfatto di quello che ha detto: è una persona molto seria che stimo. Sono contento che abbia detto così, ma lo sapevo già perché avevamo parlato e sapevo che da parte sua c'è la più grossa stima e da parte mia altrettanto. E' chiaro che non siamo solo io e lui, ma c'è di mezzo un discorso societario. Se rimarrò qui, saprò di poter contare su un allenatore che crede in me. Se andrò via... pazienza: il calcio è anche questo".

La Spal ha sollevato un "polverone" di polemiche contro l'arbitro nel post-partita di domenica...
"E' stata una partita strana: certo il rigore ha fatto discutere, ma abbiamo rivisto le immagini e la spinta c'è stata. Probabilmente il fatto di essere in Lega Pro, dove le immagini non si rivedono come succede in Serie A, ha influito: se ci fosse stata questa possibilità, credo che in molti avrebbero parlato di rigore netto. Per quanto riguarda le espulsioni, le loro ci stavano tutte. Poi ognuno è normale che tiri l'acqua al suo mulino. Tutto sommato credo che le decisioni siano state giuste".

Un altro capitolo importante della partita di domenica riguarda la protesta messa in atto da un gruppo di tifosi.
"Io credo che in questo momento il parere dei tifosi va assecondato e preso in considerazione. Però sono stati veramente intelligenti. Meglio restare vicino alla squadra piuttosto che protestare".

Vi aspettavate una classifica così deficitaria?
"No, il gruppo era più o meno lo stesso dell'anno scorso, quando ci siamo salvati abbastanza tranquillamente. Quindi non pensavamo ad un campionato di questo genere. Sono successe tante cose e si sono create varie dinamiche che hanno portato a questa situazione. Col nuovo mister, però, abbiamo trovato un equilibrio e un assetto giusto, ma soprattutto la mentalità. Certo che Verona capita in un momento un pochino delicato, ma una squadra giovane come la nostra può anche fare bene in uno stadio così caldo".

Il Bentegodi è uno stadio caldo come tifo, ma la squadra ha evidentemente deluso le aspettative: non trovi?
"Però giocano e hanno una squadra di valore. E' chiaro che noi faremo la nostra partita e faremo anche bene".

Squadra di valore che ancora non ha dimostrato tutto questo valore...
"Questo è vero".

Cambiando argomento: le dinamiche societarie e il cambio al vertice, come sono state vissute e quanto hanno influito?
"Sono scelte che una persona fa: il presidente Salaroli ha cercato di fare al meglio il suo lavoro e se ha deciso così avrà avuto i suoi motivi che io non conosco e che neppure i miei compagni conoscono. E' chiaro che un po' intacca, influisce, ma poco. Poi il calcio è in campo e lì non c'è il presidente: andiamo noi".

Invece quanto influisce in un attaccante l'aver segnato così poco?
"Il fatto è che è tanto che non gioco. A me interessa giocare, poi piano piano si ritrova anche quello".

Per chiudere, a novembre Sky ti ha dedicato un servizio come meteora del calcio che conta, ricordando il gol che segnasti con la maglia dell'Inter contro l'Udinese. Non ti dispiace essere considerato una meteora?
"Il servizio in sé mi ha fatto piacere. E' chiaro che non è una bellissima cosa, però arrivare ad essere una meteora può essere considerato anche un merito: nel senso che se ora sei una meteora, in passato sei stato qualcosa. Quindi va bene così".

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